A una sola cosa non c’è rimedio! E allora voi risponderete in coro: Alla morte… Ma no, io non volevo essere tanto tragico, anche se quello che sto per rivelarvi un certo pericolo per l’integrità fisica lo comporta sempre: a una sola cosa non c’è rimedio, al ghiaccio! Qui all’Eremo, quando cade il gelo sui vialetti lastricati, non si può fare altro che pattinare e rischiare e qualsiasi anfibio, doposcì o altro non ti può salvare da scivoloni pericolosi. Purtroppo non si può neanche usare il sale che scioglierebbe la roccia friabile e scistosa dei vialetti, perché qui non è come dalle mie parti, dove tutto è stato lastricato di roccia lavica (o basalto) a “basoli” che è dura quasi come il diamante e resiste al gelo. Il sale non si può usare e allora tocca arrangiarsi come si riesce, appoggiandosi a un bastone e costeggiando i muri, dove il gelo non attecchisce.
Con la neve sono spariti tutti gli uccellini e solo un minuscolo scricciolo ogni tanto fa una capatina nel giardino, guardandosi bene dai tre gattacci crudeli che bazzicano qui intorno. Ci può fare invidia – con questi freddi – a causa della sua pelliccia bruno-rossastra, con la candida macchia bianca sul petto, la splendida faina, come quella che mi ha attraversato la strada ieri sera, sulle rive dell’Archiano verso i Mandrioli, trotterellando indifferente per il folto della foresta. Sembrava sorridermi con i denti aguzzi e lo sguardo predatore. E che coda! Grazie a Dio – a tal proposito – entro sei mesi saranno chiusi tutti gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia, ed era ora! Quando la smetteremo di trattare con inaudita crudeltà gli altri animali faremo un grande balzo di civiltà e di…umanità. Se vi raccontassi quello che accade ai coniglietti che forniscono la lana “d’angora”, scommetto che non comprereste mai più un pullover fatto così.

Ma torniamo al gelo.
La pelle, in inverno, ha bisogno di essere ben protetta con prodotti appositi e puri, preferibilmente certificati BIO. La prima cosa che vi raccomando è di iniziare la vostra “beauty routine” quotidiana stendendo bene sul viso il Burro di Karité. Questo meraviglioso cosmetico si ricava dai semi del frutto dell’albero del Karité (Butyrospermum parkii) che prospera nelle savane subsahariane ed è anche detto ‘albero della giovinezza’ e adesso capirete perché. La parola ‘burro’ non deve spaventarvi perché non appena lo stenderete (in modica quantità) sulla pelle, quest’ultima l’assorbirà nel giro di poco, quasi come un assetato in pieno deserto e non lascerà alcuna sensazione di ‘unto’ sull’epidermide.

A proposito ‘dell’assetato’, è appunto questa la prima qualità del Burro di karatè: è il più potente idratante che madre natura ci abbia mai donato. Poi protegge sia dal caldo torrido che dal freddo intenso e possiede anche un piccolo schermo solare, quindi è perfetto sulla neve. Con l’avanzare dell’età, la pelle s’inaridisce e quindi questo prodotto può rappresentare un validissimo aiuto. Però non si spaventino quelli che hanno la pelle grassa perché ditemi qual è il tipo di pelle che non necessità di idratazione: nessuno!
Ora, per non tirarla per le lunghe, vi abbraccio e vi saluto tutte e tutti e spero che mi leggerete ancora fra qualche giorno sempre qui, sul BLOG dell’Antica Farmacia: ho intenzione di presentarvi gli altri prodotti da usare in inverno.
Firmato: un monaco dell’Eremo di Camaldoli